DIABETE

Il management del progetto 

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I primi risultati epidemiologici 

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La valutazione di impatto economico

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Il diabete è tanto ed è in aumento.

Il diabete è considerato una malattia sociale per la sua alta prevalenza nella popolazione. In Piemonte la prevalenza di diabete noto è del 4,9% e sta progressivamente aumentando. Per i prossimi venti anni, le stime indicano un successivo incremento del 50%.

L’aumento della durata media della vita ci presenta un crescente numero di “diabetici anziani” e di “anziani diabetici”, entrambi caratterizzati da particolare vulnerabilità e qualità di vita potenzialmente ridotta. La diffusione del sovrappeso e dell’obesità in tutte le fasce di età ha generato anche la presenza di diabete tipo 2, un tempo confinato agli adulti, nell’età infanto-giovanile.

Il diabete fa danni alla salute.

In Italia, il diabete è la quarta causa di morte, la prima causa di cecità legale, la causa principale di insufficienza renale terminale (necessità di dialisi o trapianto) e di amputazione degli arti inferiori per cause non traumatiche. Inoltre, il diabete aumenta da 2 a 4 volte il rischio di eventi cardiovascolari (infarto miocardio, ictus, gangrena arti inferiori). Il diabete è una patologia devastante poiché l’iperglicemia si associa a dislipidemia, ipertensione arteriosa, eccesso di adipe addominale e tendenza alla trombosi.

Il danno del diabete è contenibile.

Per prevenire le conseguenze e le complicanze del diabete è necessario correggere non solo l’iperglicemia, ma anche il soprappeso con eccesso di adipe addominale, l’ipertensione, la dislipidemia e la tendenza alla trombosi. Ciò è oggi possibile sia con l’intervento sullo stile di vita (alimentazione corretta, attività fisica abituale, abolizione del fumo) sia con l’impego di farmaci.

Che si può fare?

I programmi d’intervento hanno lo scopo di contenere questa pandemia, da una parte, e di prevenire le complicanze del diabete per migliorare la qualità di vita, dall’altra. L’intervento sullo stile di vita deve essere rivolto anche all’età infanto-giovanile e consiste nel promuovere un’alimentazione appropriata per qualità e quantità e un’attività fisica abituale. Questo è il mezzo più efficace per prevenire il soprappeso e l’obesità, che sono determinanti maggiori dell’insorgenza di diabete. Oltre alla prevenzione del diabete nei soggetti a rischio, anche il paziente diabetico deve essere aiutato e sostenuto a lungo termine per mantenere l’attenzione sulla terapia e la sorveglianza delle complicanze.

A chi rivolgersi?

I destinatari dell’intervento sono esemplificabili in tre soggetti diversi.

Il primo è la persona con diabete noto, che deve poter convivere con la propria condizione in modo responsabile per prevenire le complicanze, ma nello stesso tempo partecipare alla vita sociale con i diritti degli altri cittadini.

Il secondo è la persona con diabete misconosciuto, che si ritiene possa espandere di un altro 50% la popolazione diabetica. Infatti, il diabete può decorrere per anni in modo asintomatico e al momento della diagnosi possono essere già presenti le complicanze, talora di grado avanzato. La diagnosi tempestiva in questi soggetti “inconsapevoli” consente di iniziare la terapia in termini d’informazione, intervento sullo stile di vita e farmaci, contenendo lo sviluppo delle complicanze.

Il terzo è la persona a rischio di sviluppare il diabete, che può oggi essere riconosciuta sulla base di semplici caratteristiche, come la familiarità per diabete, il soprappeso/obesità, la presenza di altri fattori di rischio cardiovascolare e valori di glicemia alterati, anche se non ancora diagnostici per diabete. In questi soggetti, che si sentono sani, l’intervento sullo stile di vita è stato efficace nella prevenzione del diabete e pertanto il loro riconoscimento è clinicamente e socialmente rilevante. La prevalenza delle persone a rischio di diabete è ritenuta paragonabile a quella del diabete noto (circa 5%).

Chi sono gli attori dell’intervento?

Affinché un programma d’intervento condiviso per la prevenzione e per la cura possa essere efficace, sia necessario l’impegno articolato di vari attori che operano in diverse situazioni. Tradizionalmente, l’attività del medico di medicina generale e dello specialista diabetologo è affiancata da altre figure sanitarie, come l’infermiere, il dietologo e il podologo, e ricorrono al contributo di altri specialisti, come il cardiologo, l’oculista e il chirurgo vascolare. In tempi più recenti, anche il farmacista del territorio è ritenuto attore del dialogo non solo con il medico ma anche veicolo d’informazione nei confronti di un pubblico ampio ed eterogeneo. Il contatto diretto e continuo del farmacista con questi cittadini costituisce un’importante occasione di dialogo per la terapia e la sorveglianza delle complicanze nei pazienti con diabete noto, per la diagnosi precoce nelle persone con diabete misconosciuto, e per l’identificazione dei soggetti a rischio da indirizzare a programmi di prevenzione del diabete.

Il ruolo del farmacista del territorio.

Per svolgere questo ruolo di corretta informazione, il farmacista territoriale deve possedere, come tutti gli altri attori dell’intervento, conoscenze aggiornate e capacità di comunicazione sugli aspetti più rilevanti del diabete: diagnosi, prevenzione, terapia e sorveglianza delle complicanze. In tal modo, il farmacista può contribuire a diffondere nella popolazione una corretta visione del diabete affinché il cittadino possa essere di aiuto a se stesso e agli altri, per salvaguardare la qualità della vita con senso di responsabilità e libero da paure o pregiudizi ingiustificati.

Perché un corso di formazione per il farmacista?

Alla luce di queste considerazioni, il farmacista moderno può essere un importante veicolo d’informazione nei programmi d’intervento sul diabete.

Il corso sul diabete intende fornire ai farmacisti della regione Piemonte conoscenze aggiornate sulla malattia per rispondere alle richieste dei cittadini con competenza e in piena sintonia con gli altri operatori sanitari. La struttura e i contenuti del corso sono finalizzati a garantire comportamenti professionali omogenei sul territorio regionale, con un appropriato uso delle risorse disponibili e nel rispetto delle norme vigenti.

Il corso costituisce un contributo concreto di promozione alla salute, con l’obiettivo di correggere le attuali storture nella concezione del diabete, sia tra coloro che ne sono affetti, sia a livello delle loro famiglie e dell’opinione pubblica.

Accanto alle conoscenze aggiornate sui farmaci antidiabetici attuali e del prossimo futuro, il corso richiama l’attenzione su alimentazione, attività fisica e sospensione del fumo come parte integrante della terapia. Gli obiettivi del compenso della malattia (glicemia, lipidi, pressione arteriosa), i mezzi di sorveglianza delle complicanze (controlli periodici) e l’attenzione al cittadino e al paziente che si rivolgono al farmacista in momenti di difficoltà saranno discussi in modo interattivo per aumentare l’efficacia del corso.

 

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