La violenza contro le donne: il ruolo della farmacia di comunità

“La violenza contro le donne: il ruolo della farmacia di comunità” è il titolo di una tesi, che è stata elaborata nel corso della IV edizione del Master in Farmacia Territoriale “Chiara Colombo” dalla dottoressa Stefania Carola Ghio.

Lo scopo della tesi era lo sviluppo di un progetto volto a sensibilizzare e rendere più consapevoli sia i farmacisti sia i clienti/pazienti della drammatica realtà sulla violenza contro le donne.

Di fatto il fenomeno è molto più diffuso di quanto appare e si è pensato di utilizzare la Farmacia quale punto d’informazione sia per le dirette interessate, sia per le persone a loro vicine ma non in grado di fornire aiuto, nonché per tutti coloro che sono sensibilizzabili al problema.

Lo svolgimento della tesi ha previsto la distribuzione di un questionario sulla violenza di genere, anonimo e tradotto in otto lingue; il questionario è stato presentato in forma sia scritta sia figurata, nelle farmacie del quartiere San Salvario di Torino, uno dei quartieri più multietnici della città.

Dall’analisi dei risultati è emerso che oltre il 40% delle donne italiane che ha aderito all’iniziativa ha assistito (o subìto) violenza domestica, mentre quasi il 60% sostiene di aver assistito direttamente o meno a molestie per strada o sul luogo di lavoro.

Nonostante questo dato sia particolarmente significativo, la percentuale di persone che non è a conoscenza dell’esistenza di centri di assistenza torinesi è alta; emerge infatti che meno del 30% di tutti gli intervistati ha sentito parlare del Centro Antiviolenza della Città di Torino.

Dallo studio è anche emerso che le donne italiane si rivolgono o vorrebbero rivolgersi al farmacista, poiché ritengono che tale figura professionale possa essere una delle prime cui indirizzare una domanda di aiuto in caso di violenza. Durante la valutazione dei risultati ottenuti si è sviluppata l’ipotesi di realizzare degli strumenti semplici ma utili che possano essere di supporto al farmacista durante il consiglio a banco in caso di richiesta di aiuto.

Si è quindi studiato un volantino in cui inserire le informazioni salienti inerenti alle principali associazioni assistenziali torinesi, con indirizzi, servizi erogati e contatti; inoltre si è pensato di realizzare un pannello di dimensioni idonee all’esposizione contenente in maniera ben visibile e chiara l’indicazione del numero antiviolenza donna, il 1522. Tale numero è collegato ad un centralino che risponde su tutto il territorio nazionale h24 e la chiamata è gratuita sia da un numero di telefono fisso sia cellulare. Questo pannello è stato esposto all’interno delle farmacie della provincia di Torino che hanno aderito all’iniziativa e successivamente si dovrebbe estendere il Progetto a livello regionale. L’esposizione di un cartello facilmente visibile e leggibile è di estrema importanza, poiché non sempre è possibile consegnare un volantino o comunicare un indirizzo utile: le donne che subiscono violenza spesso sono sorvegliate dai loro aguzzini. Un numero di quattro cifre invece si memorizza facilmente e le poche note esplicative presenti sul pannello si leggono senza difficoltà.

Terminata la tesi lo studio è proseguito con la realizzazione pratica del materiale divulgativo la quale ha previsto una serie di consultazioni con i centri antiviolenza maggiormente coinvolti. Il tavolo di lavoro ha visto presenti diversi attori ciascuno dei quali ha un ruolo specifico sul territorio. Sono stati scelti i centri di maggior rilevanza sociale, le modalità con cui dare le informazioni, i colori e le dimensioni del cartello da esporre.

Sono emersi diversi spunti di riflessione sul ruolo della figura professionale del farmacista in questo contesto e nell’ottica del Progetto Farmacia di Comunità sviluppato in Piemonte.

Effettivamente ogni giorno centinaia di persone, di ogni estrazione sociale, dalla badante all’immigrata, dalla prostituta alla donna in carriera, si recano in farmacia: il ruolo del farmacista è quello di percepire, attraverso la conoscenza dei proprio clienti od a volte in base alla richiesta di medicinali riconducibili a problematiche che potrebbero essere causati da atti di violenza, un segnale di profondo disagio interiore, riconducibile ad un possibile scenario di violenza. È quindi stata condivisa l’importanza e la necessità di formare in maniera uniforme i farmacisti interessati a collaborare con la rete antiviolenza comunale o provinciale inserendosi in un team che svolge un servizio fondamentale per la tutela della donna.

Per avere un resoconto della collaborazione al Progetto la violenza contro le donne, in giugno sono state distribuite alle farmacie di Torino e provincia 30 brochure ed è stato chiesto ai farmacisti di raccogliere i risultati e i commenti dell’esperienza.

Lo scorso giugno inoltre è stato anche pubblicato sul sito del Comune di  Torino un elenco di farmacie che, avendo già seguito uno specifico corso di formazione per poter appunto interagire con il pubblico in maniera più efficace, hanno dato la loro disponibilità.

Abbiamo dunque analizzato i dati dei moduli compilati dalle prime 20 farmacie che hanno risposto e dall’analisi dei risultati si evince che circa l’80% dei destinatari delle brochure sono donne italiane e l’età media delle persone interessate è tra i 30 e i 50 anni. In quanto alle osservazioni e/o eventuali suggerimenti dei farmacisti relativi al materiale fornito: il 99% lo ritiene sufficiente.

Le maggiori difficoltà che i farmacisti hanno riscontrato durante questa iniziativa sono relative al problema di comunicazione col cliente (50%), altri sostengono invece difficoltà di carattere conoscitivo dell’argomento e di comprensione della situazione, dati allarmanti che ci invitano ad insistere su questo tema.

Circa il 75% dei farmacisti che hanno avuto la possibilità di aderire a questa iniziativa si sono sentiti utili ed adeguati nel rispondere e informare i clienti interessati. In aggiunta tutti i partecipanti al corso di formazione hanno ritenuto sufficienti le informazioni apprese, tranne due farmacie che hanno manifestato  diverse difficoltà e ritengono dunque che le nozioni apprese durante il corso non siano state sufficientemente approfondite su tematiche quali la consulenza e la comunicazione con il paziente.

Successivamente alla formazione ricevuta durante il corso,  quasi l’80% dei partecipanti ha avuto la possibilità di consultare la guida ai servizi per Torino e Provincia.

Riassumendo si può affermare che l’iniziativa ci ha fornito dei dati utili per poter approfondire e proseguire il progetto all’interno delle farmacie di Torino e Provincia.

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